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Towards a Complementary Humanism - save humanism and human world - by Ajith Rohan J.T.F.

  Common Objective – "Save humanity and the human world." By "human world," we refer to the "man-made world...

Sunday, 29 November 2009

IL PENSIERO DELL’Asia MERIDIONALE

Ajith Rohan JTF
 

DISCORSO SCRITTO PER LA “TAVOLA ROTONDA” ACCADEMIA DELLE SCIENZE UMANE E SOCIALI (A.S.U.S.) ROME - ITALY

 


INDICE

PREFAZIONE.. 4

INTRODUZIONE.. 8




Se il nostro tempo si può definire come l’epoca del dialogo e del riconoscimento, altrettanto vero- simile è se diciamo che questo è un altro rinascimento, non in un area geografica limitata, ma nell’intero mondo. Da questo punto di vista, questa tavola rotonda è un ottimo contributo per la conoscenza e per la costruzione di una mentalità nuova, possibilmente flessibile, accogliente e necessariamente rispettosa della libertà e della “dignità della diversità”: (riteniamo il fattore diverso inviolabile e indiscutibile: noi nasciamo e moriamo da soggetti dissimili pur riconoscendo e condividendo un mondo comune). Non intendiamo un neo- rinascimento che abbia bisogno di ritornare ad un tempo migliore rispetto al nostro, per attingere ai valori, ai modi e alle conoscenze, ma come propone la tavola rotonda, è necessario rivalutare ciò che abbiamo vissuto per poi riuscire a reinterpretare i principi universali con un etica di riconoscimento e di rispetto. Questo rinascimento non scaturisce come una reazione al potere di qualcuno, di qualche paese o di continente ma, ciascun soggetto, gruppo, comunità, paese e continente prendono coscienza del cammino fatto nei corsi della propria storia, non come un individuo isolato, ma come i soggetti in relazione, nel riconoscimento e nel rispetto di coloro che hanno contribuito ad arricchire le proprie esperienze di vita. In questo modo possiamo evitare la discontinuità della propria storia connessa alle altre culture. In questo processo bisogna dare la precedenza al riconoscimento dei propri punti forti e deboli e sul piano SPEC (socio-politico-economico-culturale) riconoscere come si è collaborato o dominato con le strategie nascoste di altre culture e religioni; vale a dire, questo rinascimento consiste in un esame fatto seriamente e severamente. Noi non possiamo dimenticare nulla e non abbiamo bisogno di un ritorno a un tempo come accadde nel rinascimento in Italia. Noi intendiamo con questo “rinascimento globale” a favorire un’autocritica che dà possibilità poi di uscire dal proprio mondo verso uno universale per confrontarsi, valutarsi reciprocamente, in vista del riconoscimento dei propri pregi e difetti insieme agli altri per ricostruire un mondo più umano. In quest’epoca, queste discussioni, dibattiti, incontri dovrebbero essere piattaforme per formare un mondo che non ripete gli stessi errori, come le guerre, le strategie nascoste per sfruttare altre nazioni, le dominazioni sul piano SPEC, ma aiutarsi a vicenda per superare le difficoltà insieme agli altri.
Proprio per la sua diversità in tutti gli effetti, l’India ci porta un numero maggiore di laureati in un anno, e allo stesso tempo di analfabetismo. Ora l’Asia è diventata la produttrice della maggior parte degli intellettuali nel mondo. In Asia c’è uno spazio ampio per la stampa, e si è la possibilità di avere informazioni di qualità E liberamente. D’altra parte vi è un controllo dell’uso dell’internet, come in Sri Lanka e in Cina. Secondo la nostra diretta conoscenza di ciò che controlla il governo dello Sri Lanka riguardo a internet, ci risulta che essa interessa l’etica comune del paese; vale a dire, il governo filtra, gli immagini e non lascia entrare i siti pornografici. Anche se l’Europa pretende, di essere molto libera, essa è sempre limitata e controllata in tutti gli effetti (per esempio le telefonate effettuate sono registrate e riascoltate per una terminologia specifica). D’altra parte, per quanto concerne la correttezza e la corrispondenza delle notizie, rispetto alla stampa Italiana, che funziona per accordi tra i giornali, riscontriamo più libertà di espressione e possiamo trovare organismi di qualità, per esempio, The Economist, Times, Newsweek, News Magazine, Far Eastern Economic Review, Asiaweek, India Today, Frontline e altre riviste della formazione e della ricerca ecc. ci sono molto più informazioni a livello nazionale e internazionale. Invece noi vediamo che in Europa persiste il pericolo della circolazione delle notizie controllate, accordate tra i giornali e le agenzie che le manipolano. Per poter essere democratici, e vivere secondo un’etica del riconoscimento e del rispetto della libertà, necessariamente bisogna superare L’attuale “gatekeeping” delle notizie altrimenti, prima o poi, l’Europa e gli Stati Uniti d’America e altri paesi di filo occidentale, rischiano di essere provinciali. Ora non mancano le prime segnalazioni di questi pericoli, per esempio: nessuna delle università Italiane è entrata nella classificazione internazionale delle migliori università nella lista di primi cento. Gli studenti di USA che studiano in Italia (religiosi e laici) hanno un concetto di un impero degli Stati Uniti d’America. Hanno avuto una formazione rigidamente controllata e limitata di informazioni. Sanno solo ciò che l’autorità ha raccomandato. Noi personalmente abbiamo l’esperienza diretta di una scuola di USA situata a Roma, che segue tutti libri di testi americani. Cioè, questi testi partendo dal testo di religione per arrivare alle scienze naturali, storia e matematica sono quasi la stessa cosa, vale a dire, contengono la catechesi americana. Gli studenti di questa scuola in lingua inglese, sono di diverse nazioni, culture e religioni, ma tutti devono imparare e seguire solo questi testi e la religione cristiana. Forse questo è la democrazia, la libertà, l’etica del riconoscimento e rispetto che parla degli USA?
Noi ci limiteremo all’Asia meridionale in generale e trattiamo in modo particolare lo Sri Lanka, ad hoc per il nostro lavoro. Noi sappiamo che l’Asia occupa un terzo del mondo geografico. In Asia vive anche 60% di tutta l’umanità. L’India, per esempio ha più abitanti di tutta l’Africa e di tutta l’America Latina. La nostra esperienza diretta della religione della cultura è questa: religione e cultura sono legate ,sono in parte necessariamente complementari e d’altra parte inseparabili. La vita spirituale è elemento indispensabile alla conoscenza non solo dell’Asia meridionale ma di tutto il continente. Anche se nei paesi socialisti come Cina, Vietnam, Corea del Nord, Cambogia e Myanmar hanno soffocato la religione a forza di resistenza al partito unico e totalitario (anche questo fattore non deriva direttamente da questi paesi ma da Karl Marx e dalle idee e delle strategie distruttive e dominanti politiche dei colonizzatori occidentali), in generale, in Asia non è possibile trattare l’uomo e i popoli ignorando le religioni che loro praticano. Vale a dire, senza la religione che praticano i popoli dell’Asia, noi non possiamo trattare l’identità nazionale ed etnica, o di SPEC. Infine bisogna affermare che le culture e le religioni hanno uno sfondo catalitico comune in Asia meridionale, cioè, “l’arte di vedere”, ossia “Darshana”. Il “Darshana” a sua volta assorbe anche ciò che si definisce in occidente come “filosofia”. Ciò vuol dire, anche se quest’ultima fa parte dell’insieme, Darshana non si limita come in occidente solo come “amore per il sapere”, ma per lei tutta l’esistenza umana dovrebbe galleggiare su di essa. Senza “Darshana”, non si può raggiungere nulla.
Scrivendo queste parole riguardo l’Asia cosa cerchiamo di affermare, negare, o indifferentemente lasciare andare? Forse raccogliamo le informazioni per colpirla e dominarla? Forse vogliamo costruire un mondo di pace che dialoga e lavora per un mondo comune rispettando la sua costituzione naturale della diversità? Come ci ha chiarito gli intenti della “tavola rotonda”, «Occidente, culture e religioni:ospitarsi, ascoltarsi nel ‘villaggio globale’». Ora sappiamo che tra noi vi è un atmosfera che fa dimenticare quelle irritazioni che distruggono la pace e il dialogo sincero tra le persone, di culture e di fedi diverse. Quindi, esotismi forzati, culturalismi riduttivi e superficiali, strategie politiche e economiche nascoste, nazismi, pregiudizi, arroganze culturali, imperialismo nascosto o limitarsi alle pedanterie degli accademici frustrati e i pensieri trascurati che appiattiscono tutto a poche righe indifferentemente alla situazione ma considerando solo il guadagno proprio.
L’illuminismo Europeo ha in parte determinato la fine del potere temporale ed un effetto particolare sulla spiritualità, in generale della chiesa nella parte occidentale e nelle colonie nord nordamericane, e poi negli Stati Uniti d’America. Queste culture hanno cominciato a muoversi stimolate dal pensiero illuminista verso un pensiero razionale e scientista, che come gli autori di questa corrente di pensiero credevano e affermavano, dirada le nebbie dell’ignoranza dello spirito umano garantendo una vita migliore e illuminata. Tutto ciò chiaramente è legata alle reazioni contro la politica, intesa come potere e autorità della chiesa (potere temporale spirituale). L’immediato risultato era di separarsi completamente dalla Chiesa, quindi, dalla fede cattolica. Possiamo dire chiaramente che, questo non avvenne in sud dell’Asia, per esempio, dopo Buddha, che è illuminato e, come Egli stesso ha detto, che è l’essere, l’uomo che ha raggiunto il massimo livello di vita felice in questa vita, quindi il “Nirvana”. Questo status di “Nirvana” è una forma di affermazione dell’importanza dell’esistenza dignitosa sulla terra proprio perché, Essa non è una dimensione che un essere umano dovrà sperare al di là, dopo la morte, ma che essa è qui, hic et nunc.
D’altra parte, possiamo affermare che da nessun movimento filosofico, religioso, spirituale o da rivoluzione politica, economica, sociale e culturale, non avvenne alcuna separazione dalla vita religiosa in generale in Asia meridionale. Invece possiamo dire, che, c’è stata sempre un’ affermazione del valore della vita spirituale e religiosa , mentre la parte che riguarda il potere assoluto e temporale dei sacerdoti e di altri personaggi è stato diffidato, e loro dovevano riformarsi e adeguarsi alle nuove prese di coscienza dei loro seguaci, in generale ai nuovi schemi pratici. Questi principi non sono stati mutati nemmeno dalle invasioni musulmane che distruggono i monasteri e delle grandi università dei buddisti e infine accelerano il ripiegamento su se stessa, quindi,il ritorno al pensiero Vedica. Questo piegamento poi diventa uno dei punti importanti per formare la “religione hindu”.
Credo che sia opportuno far notare un fatto sul piano comparativo: mentre noi possiamo vedere chiaramente l’Asia come un insieme di culture che hanno dato la nascita a maggior parte delle Grandi religioni del mondo, l’Europa ha presentato sul piano strategico e conoscitivo i sistemi politici come, democrazia, repubblicanesimo, diversi idealismi (es. anarchismo, cosmopolitismo, femminismo, liberalismo, marxismo, fondamentalismo, socialismo), dittatura, conservatorismo, nazionalismo, federalismo, totalitarismo, paternalismo, welfare e così via. In questo modo ha contribuito anche con le guerre calde e fredde tra nazioni e continenti. Ha inoltre, utilizzando il proprio potere economico e politico, originato le armi di distruzione, tenendo presente gli errori commessi contro i propri simili, proposto anche un documento dei “diritti umani” però senza tener conto delle altre nazioni, culture, religioni e civiltà che hanno esercitato da più di due mila anni ciò che hanno ricavato dai propri errori (non diciamo crimini) soprattutto durante la riformazione degli Stati Uniti d’America. Secondo il nostro avviso, per esempio, la libertà di pensiero per la prima volta nella storia umana è stata insegnata, praticata e valorizzata da Buddha. Fino ad ora nessuno ha mai trattato il soggetto umano in quanto uomo libero e degno di rispetto e riconoscimento. Questo tipo di insegnamento che rispetta e valorizza l’uomo in quanto uomo, noi in occidente, in questi dibattiti, incontri e nelle pubblicazioni, cerchiamo di trasmettere e di realizzare. Tutto ciò segnala la mancanza dei dialoghi sinceri e un confronto.
Ribadiamo ora ciò che abbiamo detto nella prefazione: per un rinascimento mondiale abbiamo bisogno del dialogo con tutti ove si riconoscono i valori nuovi, che a loro volta aprono gli orizzonti nuovi e allargano la visione del mondo. Dobbiamo però dare il merito a chi lo deve. In questo modo solo possiamo costruire una comunità internazionale che rispetta la democrazia, cioè la sovranità delle nazioni che non rischia con l’idealismo che scaturisce soprattutto dalla paura di essere minacciato dagli altri, vale a dire,che esso è una forma di chiusura che non apre all’auto- critica. Come pensavano in Europa per esempio su ciò che ha detto John Rawls in A Theory of Justice (1971) per quanto concerne la libertà e l’uguaglianza come una minaccia alla comunità, è in parte una posizione errata. Secondo il nostro avviso la libertà e l’ uguaglianza non sussistono senza uno sfondo comune che le danno la possibilità di esistere nella vita quotidiana. Per esempio, per qualcuno l’Europa sembrerebbe un continente non cristiano, ma in realtà la cultura di base è necessariamente costituita dalla reinterpretazione dell’impero decaduto da parte della religione cattolica e non potrà essere mai qualcosa d’altro. L’Europa sarà sempre sulla base del pensiero : greco-romano-ebraico-cristiano (GREC). Che cosa succede per un pensiero o una novità che viene da una cultura o civiltà diversa in un pensiero di base forte come quello europeo? Un assorbimento si digerisce Se viene reinterpretato. Questo è successo anche per l’insegnamento di Gesù. Tutto ciò prova che la libertà, L’uguaglianza, l’etica del riconoscimento E del rispetto reciproco non annulla la comunità, il gruppo, la nazione, il continente invece queste vengono arricchite e formate (cfr. Gutmann A. Cmunitarian critics of liberalism, Philosophy and Public affairs, 14, 3, 1985, pp. 308-322). Un altro fatto che scaturisce da tutto questo è che : nessuno dovrebbe pretendere di essere il salvatore del mondo e dei soggetti umani. Se qualcuno vuole un mondo condiviso con altri diversi, in uno sfondo costituito da un etica di riconoscimento e di rispetto della libertà, bisogna dare attenzione ai principi condivisibili, comprensioni e pratiche comuni universalmente valide. Questo esige un dialogo sincero, quindi, senza le strategie SPEC nascoste, senza le gerarchie di SPEC superiori e inferiori e senza le pretese di avere le verità in mano. In questo modo solo possiamo riformare in maniera adeguata e coerente dei concetti di comunità, nazione, continenti, e cultura. Così, le persone che appartengono a diverse culture, fedi, comunità lavoreranno per formare e arricchire un mondo comune.
È vero che noi non possiamo trattare un'unica civiltà per l’Asia meridionale perché nello sfondo del quadro vi è un mosaico di civiltà sulla base delle religioni e dei Darshana che hanno le partenze e i principi condivisi. Ma, la civiltà scaturita sulla terra di India ha contributo per le riformazione e modellazione delle altre culture nell’Asia meridionale. Come ben sappiamo che sulle rive del fiume Indo nascono le civiltà urbane perfettamente organizzate. Le ripetute invasioni di popolazioni indoeuropee (Arya), che provengono da Asia centrale introducano alcuni aspetti, religioso – spirituali, costumi e delle nuove conoscenze. D’altra parte Alessandro Magno aprii le porte direttamente alla cultura occidentale con gli scambi e dialoghi i nuovi arricchimenti alla civiltà nata in India. Le invasioni arabe e formazioni di alcuni regni musulmane influenzano e mantengono queste fino alle separazioni dall’India (Pakistan). In questo modo, possiamo affermare che alle radici della religione Hindu, sia lo sfondo inevitabile in parte determinato da Darshana che a sua volta non ha mai cambiato le sue radici fondamentali continentali. Dal punto di vista storico, ci sono diversi grandi periodi di sviluppo e ritorni ai fondamenti per esempio durante l’imperatore Ashoka tutta l’India divenne buddhista ma dopo le dispute per quanto concerne dei concetti come zero, Nirvana, samsara ecc. da parte di alcuni monaci buddhisti come Nagarjuna, Vasudeva ecc. il buddhismo Theravada si ritira in altri paesi come Sri Lanka, Myanmar e Thailandia. Nonostante queste avvenimenti fatali affermiamo con certezza che, tutti questi processi e procedimenti necessariamente si sono stati catalizzati da uno unico sfondo costituito da un “Darshana” e una spiritualità comune e non come i sistemi politici e strategici come accade esplicitamente in occidente nel corso della sua storia fino ai giorni nostri. Sono i cammini esistenziali di salvezza. Questo fattore è un comune che si condividono in tutti paesi dell’Asia meridionale.
Innanzitutto, possiamo sostenere che le terre dell’Asia meridionale stati favoriti a una vita diversa da tutte le altre parti del mondo proprio per la generosità della natura. Essa ha continuato sempre a produrre cibo in abbondanza dando più spazio all’uomo dell’Asia a pensare e produrre le nuove conoscenze allo scopo di conoscere la propria natura e d’intorno. Vale a dire il mondo non è mai stato un campo di battaglia per la sopravivenza, quindi, per il potere, per la ricchezza e per il dominio. Non dovevano nemmeno sfruttare la natura e delle forze del mondo naturale. Nell’Asia meridionale in questo modo scaturisce un pensiero che si impegna a scoprire un vivere proprio perfetto che non scontra con la natura ma si armonizza con essa. Le persone si sono impegnate alla ricerca della verità dell’esistenza. Le foreste e le montagne hanno provveduto il cibo necessario alle persone che contemplavano in solitudine; mentre la campagna e la città hanno sempre provveduto il cibo necessario agli uomini che si isolavano per la ricerca della verità. In questo modo possiamo dire che in Asia meridionale fino ai giorni nostri la sicurezza della vita, la ricchezza delle risorse naturali, maggior libertà dai pericoli e dai disagi, un distacco radicale dalle cure dell’esistenza e l’assenza dei disagi politici hanno favorito e stimolato la ricerca della verità e non la lotta per la sopravvivenza e alla trasformazione della natura. In questo modo possiamo verificare che dagli albori delle culture e civiltà dell’Asia meridionale in generale un grande ardore spirituale, le conoscenze profonde che diventano il “Darshana” (filosofia) ossia “vedere” il mondo. Tutto ciò diventa lo sfondo radicale e la catalisis della vita quotidiana. Vale a dire, tutte le culture dell’Asia meridionale hanno questo sfondo catalitico che a sua volta non nega mai l’amore all’intelletto e alla sua pratica. Non vi è un ceto sociale che impreca e disprezza queste nature, soprattutto perché, lo sfondo catalitico della vita e la gerarchia dei valori scaturiti dalle stesse nature che abbiamo detto.
In uno sfondo catalitico culturale e religioso noi non possiamo trovare la ricerca della verità distaccata dalla vita pratica o dalla pratica spirituale come un affare privato. La contemplazione non appartiene ad un ceto sociale che hanno tutto e poi non avendo altro da fare si sceglie o contemplare o fare politica ecc. invece è la natura di tutti. D’altra parte la teorica-pratica che difficilmente possiamo definire con il termine “filosofia” che a sua volta in occidente ha tentato sempre non sapendo cosa veramente, essa sia, rifugiarsi e avere sostegno in altre discipline come: politica, etica, teologia naturale o fondamentale, storia, sociologia, retorica, e oggi si tenta di essere ermeneutica o a ridursi al linguaggio e alla comunicazione, nell’Asia meridionale non si è ridotto mai a un'altra disciplina o ha cercato dei sostegni dalle altre discipline, invece essa si è collocata sulla base del pensiero di qualsiasi tipo. Senza questa capacità di “vedere” uno non può imparare nulla. Vale a dire nel pensiero dell’Asia meridionale noi abbiamo le altre discipline che si ispirano a quest’arte del “vedere” (Darshana) e si appoggiano a lei per essere sicuri. Essa è la scienza fondamentale che guida tutto il resto. Come dice Kautilya che : «la lampada di tutte le scienze, il mezzo per effettuare tutte le opere, e il sostegno di tutti i doveri» è “Darshana” (cfr. BhagavadGita, X 32). Kautilya scrisse un trattato sulla’economia (arthashàstra) politica che non si è mai distaccata né da “Darshana” né dalla spiritualità. Ma ha reso evidente la responsabilità sociale e etico-morale dell’economia e della politica per “Darshana ” e per la spiritualità.
In Asia meridionale vi è questa convinzione radicale che “Darshana” sia l’unico modo umano possibile che fa da catalisis e catalizzatore per comprendere il mondo, universo e vita. come noi sappiamo ogni cultura, nazione e civiltà ha la propria mentalità, una visione del mondo e un orientamento intellettuale. L’Asia del sud, nonostante le esperienze vissute sotto le vicende negative politiche europeo e le sue derivate lotte e le guerre civili (che ancora continuano) essa conserva la sua identità originale. Nelle grande città noi possiamo verificare interrelazione tra la modernità e la tradizione in vista di sviluppo a livello SPEC e verso “Darshana” e la spiritualità. I popoli mantengono radicalmente le proprie radici tradizionali e quelli SPEC insieme i tratti psicologici che costituiscono le loro peculiari eredità. Questa libertà lei manterrà sempre. Per esempio, nello Sri Lanka noi possiamo vedere un popolo che mantiene una formazione altamente qualificata dalle scienze sperimentali ma essa non oltre passa o sotto valuta la propria cultura invece mantiene i principi fondamentali del suo “Darshana” e spiritualità di Buddhista Theravada. Come abbiamo detto che la teoria e pratica nel pensiero dell’Asia meridionale non sono due estremi distaccati, ma sono intrecciati in parte in maniera complementare e d’altra parte radicalmente sono uniti nel “Darshana”. Ogni pensiero è percepito dal cuore umano affretta a viverlo.
Le religioni e le culture in Asia, in generale non sono organizzate secondo una strategia politica alla maniera delle chiese cristiane. Così per qualcuno che ha la mentalità di una religione organizzata può sembrare che le religioni dell’Asia siano frammentarie e discontinue. In questo modo, non si potrebbero comprendere con un quadro panoramico completo. Proprio per quest’aspetto ciò che è accaduto in Europa con l’illuminismo non è accaduto in Asia. Innanzitutto la religione non è mescolata con la politica e l’esercizio del potere e il denaro. Invece la politica necessariamente legata alla religione almeno sul piano pratico, essa tende a chiedere i consigli, pareri e l’approvazione dalle autorità religiose. Questi ultimi, sono necessariamente devono benedire, consigliare e criticare senza parzialità. I fedeli sono attenti a questi fatti e le autorità religiose dovranno agire con responsabilità. In altre parole, la politica può cambiare, ma la religione e la cultura rimangono al centro dell’esistenza del popolo.
La filosofia politica dell’Asia è centrata sulla liberazione spirituale del sé, sull’etica e morale e leadership. La politica non è tanto concentrato sull’esercizio del potere per governare ma definire la responsabilità sociale e etico – morale (cosa uno può fare, non fare e salvaguardare questa vita). vale a dire, la filosofia politica dell’Asia meridionale in generale non si preoccupa molto dell’economia o del benessere ma del “Dharma”, vale a dire sulla virtù e la liberazione e raggiungere il “Nirvana”. Invece la filosofia politica occidentale è legata all’esercizio del potere e la relazione tra lo stato e l’individuo.
CONTINUA

Thursday, 17 September 2009

VITA E VITALISMO


PHOTO: BY ARJTF

AJITH ROHAN J.T.F.


INDICE

Le tracce di una possibile nascita della filosofia della vita, possiamo trovare, nel primo romanticismo tedesco, messo in evidenza nei circoli di Jena (1776) e di Berlino. Questi pensatori, sono stati mossi per trovare le soluzioni alle relazioni eterogenee tra: infinito e finito, uomo e mondo, immaginazione e ragione. Alla base di queste domande filosofiche c’è la fede Cristiana. È un modo di ridar la vita al pensiero di Immanuel Kant (1724 - 1804), attraverso il pensiero di Fichte (1764 - 1814). Come sappiamo, per Kant, nell’immaginazione, ci sono gli incontri tra spirito e natura, e, coscienza e inconscio. Questo processo per Fichte poi diventa, la creatività spontanea e originaria. Da questo pensiero il poeta Novalis (1772-1801) ricava un «io trascendentale» che è connesso con l’universo. Vale a dire, «l’io trascendentale», per Novalis, è l’unità che opera sia in uomo che nell’universo. Nell’uomo questa forza opera nell’immaginazione conscia (spirito) e inconscia (natura). Secondo Novalis questo principio di vita si esprime tramite l’arte e la poesia. La scuola di Jena, in questo modo individua la forza dell’immaginazione come il luogo, dove agisce, incontra la forza universale ossia la vita, poi si esprime nella creatività spontanea e originaria umana. Questo nella scuola di Berlino, ove si sopravvaluta la religione, diventa il sentimento umano dell’infinito e del tutto. Schleiermacher è il pensatore che a sua volta ha dato l’avvio a una nuova ermeneutica, ha individuato diversamente da Kant, nella natura, una “storicità rivelativa”. In questo sfondo su cui, secondo Schleiermacher, agisce quel sentimento umano dell’infinito e del tutto. Schlegel F., nelle sue quindici lezioni del 1827, afferma le sue convinzioni sulle azioni dell’infinito sul finito. In questo modo, il romanticismo ha concentrato sul problema d’individuazione, del principio vitale che mette in un incontro attivo tra infinito e finito.
La vita dinamica
Nietzsche e Schopenhauer sono i due filosofi che hanno messo il peso sull’importanza del carattere attivo della vita, diversamente a coloro che hanno sostenuto il suo carattere statico. Lo hanno dimostrato secondo le loro convinzioni incanalate in diversi metodi; per esempio, Schopenhauer, ha usato i caratteri espressivi negativi della vita sul piano morale, come la volontà irrazionale e il carattere cieco e insensato della vita. Nietzsche secondo la sua visione del mondo, innanzitutto rifiuta il carattere statico della vita che a sua volta stabilisce la certezza universale. Questo rifiuto deriva dall’analisi, delle culture che hanno perso il contatto attivo con la vita, che ritengono giusto la natura statica e stabile universalmente. La vita è il rapporto tra la crescita e i valori. Questa forza si esprime nelle forme irrigidite della crescita. In questo sistema di Nietzsche, non c’è lo spazio per gli elementi darwiniani di conservazione e adattabilità. Tutti questi pensatori insieme anche O. Spengler, hanno trattato la vita dinamica e non qualcosa di statica. Da questo punto di vista hanno visto la civiltà Occidentale che ha perso la vitalità, quindi, essa, è decaduta.
La vita della ragione storica
Mentre ci sono alcuni filosofi di questa epoca, come Unamuno e Gasset, che hanno reso evidente la vitalità della ragione come la soluzione per la crisi individuata da altri filosofi sopraindicati. In questa maniera, hanno mostrato un nuovo modo del divenire della vita, quindi, nella ragione biologica. Wilhelm Dilthey, ha reso evidente la storicità della vita. Secondo Dilthey, la vita non è biologica o metafisica, invece essa è l’orizzonte perfezionabile di ciascun’epoca storica. D’altra parte il Lebenswelt di Husserl mette in rilievo uno strato, ossia un sorgente che sostiene e che nutre l’esistenza a livello intellettuale. E’A questo strato che l’intelletto umano si rivolge, alla comprensione della novità , a livello delle categorie e astrazioni scientifiche. Simmel G., riportando le idee di Dilthey, rende evidente l’essenza della vita come un processo di manifestazione. L’uomo, nella sua capacità di andare oltre (trascendere) delle forme storiche, riconosce le manifestazioni della vita, nel finito. Proprio per la natura temporale, la forma non riesce ad esprimere nella sua completa dinamica della vita in modo esauriente. Da questo ragionamento Simmel rende evidente la natura inafferrabilile della vita e che a sua volta vuol essere «più che vita»; vale a dire, questo ragionamento funziona come una risposta a Nietzsche: «più vita». La concezione di Simmel va oltre la natura del concetto di semplice essere. Cioè, abbiamo le storie che per sé sono inadeguate, proprio per questa ragione di Simmel.
Henri Bergson con Maurice Blondel ha riconosciuto «l’ascolto alla coscienza» come il metodo proprio della filosofia. In questo modo hanno reso in evidenza l’irriducibilità della filosofia alle scienze sperimentali. La coscienza e la libertà sono le caratteristiche umane da difendere. Bergson in modo particolare ha scoperto un concetto particolare, criticando e mettendo in rilievo i limiti delle scienze sperimentali come i luoghi che non tengono conto della dinamicità della vita psichica, invece si limitano solo alla materia fenomenica e alle loro riproduzioni in maniera ripetitiva. Secondo Bergson, v’è un «slancio vitale», un impulso formativo ed evolutivo che fa lo sfondo della realtà fenomenica. Questo slancio vitale non si esaurisce nei singoli fenomeni, ma introduce una somma possibile d’indeterminazioni e di libertà, dando la possibilità creativa. Esso d’altra parte è unica, indivisibile, ha un modo di procedere divergente, discontinuo, e si sviluppa per scissioni.
Questo è un insieme di dottrine che rendono evidente l’irriducibilità dei fenomeni viventi, alle teorie meccaniche e alla dinamica puramente fisico-chimica del mondo in organico. Nell’antichità c’è il pensiero biologico di Aristotele che si può considerare di tipo Ilemorfistico. In questo pensiero le funzioni vitali sono intrinseche alle forme viventi e alla natura. Le dottrine vitalistiche, cominciando dal diciottesimo secolo, definiscono il principio vitale, come il principio di forza e della forma che agisce come causa finale. Il pensiero vitalistico essendo nato nello sfondo moderno, non poteva uscire dall’atteggiamento di conciliarsi con il pensiero dominante che aveva l’autorità interpretativa attribuita dal consenso dello SPEC occidentale. In questo modo, vitalismo si allontana dal pensiero aristotelico che si identifica la vita con l’anima, quindi, come anche il principio animatore spirituale. Per vitalismo in modo particolare, per P. J. Barthez (1734-1806), la vita è una forza inconsapevole che agisce a livello molecolare. Ma gli autori di questA corrente di pensiero come, L. Buffon, C. Bernard, J. Reinke, H. Driesch, J. J. Von Uexküll, H. Bergson affermano che la vita non è riducibile alle sole scienze sperimentali e con i termini naturali positivi.
Agli albori del pensiero occidentale, la vita era considerata come l’anima. Quest’ultima era il centro dell’essere, quindi, era nel cuore. Lo pneuma era la scintilla della vita che abitava nel cuore.In Aristotele l’anima, lo pneuma e la vita sono identici. Dopo il medioevo la vita diventava Dio dei cristiani, grazie alla filosofia aristotelica studiata tramite i testi tradotti dai pensatori arabi in occidente. Nel periodo che «rivaluta il pensiero umano», i pensatori hanno scoperto il valore della vita dei soggetti umani, quando hanno visto i riduzionismi da parte delle scienze sperimentali. Vitalismo nasce come la reazione contro l’intellettualismo e il positivismo. Ora, con enormi successi della genetica e della tecnologia, che valore ha la vita? Cosa noi sappiamo della vita? Cosa noi sappiamo dell’uomo? Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Cos’è la morte? Sono ancora i problemi irrisolti (non teniamo conto delle promesse e delle spiegazioni delle religioni ai loro seguaci, un paradiso e un inferno o qualcosa di simile). Allora, noi ora riprendiamo queste domande dal punto di vista filosofico, tenendo presente tutto l’arco del tempo che trascorso gli esseri umani in questo mondo nelle diverse SPEC.
(continua)

Wednesday, 16 September 2009

VITA E SALUTE (01)


UOMO IN QUANTO UOMO - by ARJTF

Ajith Rohan J.T.F.


Vita e salute. 1

La salute e l’uomo in quanto uomo. 1

La salute e lo SPEC.. 1

La salute e il nostro tempo. 1

La salute dell’uomo in quanto uomo. 2

Il ruolo della politica e dell’economia riguardo alla salute. 2

La salute e l’uomo in quanto uomo

Vita e salute sono due dimensioni costitutive dell’esistenza sulla terra, inevitabilmente complementari. Per quanto riguarda la salute degli esseri umani, non si limita alla pura corporeità ma va oltre la fisicità, quindi, si completa con la psiche e la relazione sociale. In altre parole, la salute è il benessere adeguato del soggetto a livello «psico-fisico e sociale». Da questa definizione possiamo comprendere che la salute non si è limitata al corpo, ma si è estesa verso i livelli atomici che sono e che un tempo furano trascurati dalla scienza sperimentale. Ciò vuol dire, la dimensione della salute abbraccia, l’uomo in quanto uomo e non le parti.

La salute e lo SPEC

Oggi sappiamo evidentemente che qualsiasi persona umana nasce all’interno di uno SPEC (socio-politico-economico-culturale). Come abbiamo reso evidente in questo blog, che un essere diventa una persona con un’identità a livello psico-fisico e sociale, grazie allo SPEC. Abbiamo inoltre detto che uno SPEC è il punto di partenza e non quello d’arrivo. Questo fatto evidenzia la gravità della responsabilità da parte di un sistema SPEC verso un individuo: uno SPEC non si forma da un giorno o da qualche anno, per la sua formazione ha bisogno centinaia e migliaia di anni. Esso nasce dall’idea di avere una società, ove regna la pace tra i membri che condividono i valori, le norme e le leggi dello SPEC nella loro vita quotidiana. Le garanzie dovute verso un soggetto sono vale quanto alla comunità. “Non dovrebbe mai” essere trascurato o sottovalutato, come intendevano Hegel e poi quelle politiche assurde nate dalla sua filosofia: destra e sinistra. Cioè, questi ritengono il principio provinciale di sacrificare l’individuo al gruppo come lo sfondo della giustizia. Quindi, la salute di un soggetto è uno dei risultati di un buon funzionamento di uno SPEC. I soggetti che vivono bene, si condividono tutti i beni materiali e non materiali (scaturiscono dai valori condivisi universali e provinciali) nella giustizia e nel rispetto. Ciò vuol dire che la salute è la dimensione che non si può raggiungere una volta per tutte, invece, bisogna ricercarla nella vita quotidiana, e ha bisogno di essere mantenuta e curata giorno per giorno. La salute è un impegno sociale; perché, se un membro della società è malato, è un problema della società in tutti gli effetti, a parte tutti i dolori psico-fisici di un soggetto per la determinazione esistenziale devono patire dalla sua singolarità.

La salute e il nostro tempo

Gli antenati di ciascun SPEC particolare, in base alle proprie esperienze relative all’ambiente, hanno creato e formulato risposte adeguate e coerente alle domande per vivere, evitando i pericoli e il male dalla vita quotidiana e futura, nelle forme delle norme, e le leggi per essere eseguite dai membri. In ultima analisi, diventano abitudini, immagini e pensieri autonomi dei membri di uno SPEC, tramite la formazione. Inoltre, ci sono alcune realtà che si ripetano nell’esistenza: nascita, crescita, corruzione e morte. Ci sono altre realtà innate e congenite ma deliberabili dal soggetto o dai costumi di uno SPEC: matrimonio, procreazione e le attività legate in modo positivo e negativo a queste due scelte. D’altra parte le attività sessuali sono presenti con tutta la loro forza dinamica di ciascun soggetto sino alla fine dell’arco della vita, esprimendosi in vari modi, alle volte non individuabili. Sappiamo inoltre, che, un soggetto umano, nella sua esistenza quotidiana, si esprime con un insieme di abitudini. Così, un uomo, che, noi vediamo, è un insieme di abitudini, immagini del piacere e del dispiacere nascoste nel profondo dell’essere. Tanto è vero che la maggior parte delle decisioni e degli atti di un soggetto sono scaturiti e decisi liberamente dalla consapevolezza del soggetto, vale a dire dalle abitudini, dalle immagini e dai pensieri che scaturiscono in ogni frazione di secondo (alcuni sono individuabili e altri no) autonomamente. Per questo i grandi pensatori hanno detto spesso che l’uomo non vive ma sogna o può essere “automa” come ha detto Cartesio. Questi tipi di esseri umani, sono stati neutralizzati dalle abitudini, dalle immagini e dai pensieri che scaturiscono ogni frazione di secondo, autonomamente. Questi comandi possono essere “individuabili e non”, come già abbiamo detto. Non individuabile, secondo il nostro avviso, significa che supera la nostra velocità di captare gli avvenimenti e gli accadimenti continui all’interno di un cervello.

La salute dell’uomo in quanto uomo

Questo stato dinamico non consiste chiaramente solo nello sviluppo economico e politico. Questo è evidente dopo quasi tre mila anni di storia umana. Oggi purtroppo noi sentiamo ogni giorno ciò che un tempo era impossibile immaginare o sentivamo rarissimamente come un caso isolato che mette tutto uno SPEC in shock: abusare i propri figli; i genitori vengono uccisi brutalmente dai figli e/o i figli vengono uccisi, le donne e le persone diverse sono sempre maltrattate, e così via. La maggior parte delle malattie oggi scaturisce da una mente malata e non da un corpo. Ci sono i malati di depressioni, fobie, manie depressive psicosi, schizofrenia, conversione isterica e fobica, melanconia, paranoia, ossessioni, insonnia, cleptomania e così via; purtroppo la così detta scienza esatta o le religioni che pretendono di avere le verità in mano, oggi non trovano le risposte a queste esigenze reali. Perché la scienza pretende solo dalla materia fenomenica che appare e non sa null’altro. Precisiamo che noi non stiamo favorendo nessuna delle religioni del mondo. Per noi queste, le religioni, sono gli elementi che fanno parte degli SPEC e basta. I responsabili delle religioni del mondo, ormai hanno dimostrato coi fatti cosa sono veramente (un es. benedire e favorire le guerre del mondo). In questa sede noi le trattiamo come gli elementi degli SPEC. Hanno le funzionalità importante per formare i propri membri degli SPEC, purtroppo loro non sono capaci di oltrepassare i confini degli SPEC e rimangono intrappolate. Noi inoltre rifiutiamo chiaramente la formazione delle nuove religioni, tra l’altro oggi non avrebbe alcun senso. Invece eseguire le discussioni e le ricerche per trovare qualche via di uscita possibile e plausibile, da questi SPEC malati, è molto importante. Così solo, secondo noi, possiamo conservare la vita su questa terra. Qualsiasi soluzione creata bisognerebbe che avesse come sfondo l’etica dei valori universali. Questo è un fattore evidente e necessario. Altrimenti le risposte saranno fallite e gli SPEC diventeranno più malati e andranno verso un suicidio con gli sperimenti su uranio e su plutonio.

Il ruolo della politica e dell’economia riguardo alla salute.

Sappiamo bene il ruolo della politica e della diplomazia sul piano esistenziale. È vero che Machiavelli ha sempre ragione,anzi, lui vive più oggi che mai. Le guerre continuano e altrettanto vediamo i mediatori di pace che portano gli elementi di accelerazioni e l’aumento delle scontri e ci sono i piani di pace avviati dalle spese pubbliche mondiali che falliscono continuamente (tranne in Sri Lanka, che hanno vinto la battaglia contro i terroristi e mediatori di “pace-guerra” internazionale). Nonostante tutto noi sentiamo i politici che predicano, ricordandoci Machiavelli, e i responsabili delle religioni che dichiarano le guerre con il loro orgoglio di avere il Dio vero con loro e di essere padroni della Verità. È vero che il mondo è pieno di pazzi che sono pronti a far male in qualsiasi momento. Ci sono gli innocenti che hanno bisogno della sicurezza. Su questo piano noi siamo più che d’accordo con qualsiasi sistema SPEC che pretende di far bene. Allo stesso tempo mettiamo in evidenza Il fatto che la salute dell’essere umano non è legata strettamente allo SPEC, in modo specifico la politica e l’economia sono legate alla salute dell’essere umano più delle altre a livello quotidiano. Ora noi abbiamo bisogno di uno stile (o più) di vita diversa da ciò che stiamo vivendo, che a sua volta (a loro volta) rispettano tutti gli esseri umani.

(continua)

Sunday, 13 September 2009

NUOVO BLOG DELLA VITA

Sri Lanka - by ARJTF

Ajith Rohan J.T.F.

Sembra che ci siano due dimensioni della vita. La prima è la dimensione costruita, programmata e determinata nei corsi millenari della storia umana nei vari SPEC; la seconda è la dimensione libera che fornisce a tutti coloro che hanno compreso qualcosa della propria dimensione SO, la possibilità della comprensione del proprio essere,diversa da ciò a cui siamo stati abituati e formati vivendo per necessità in un dominio “socio-politico-economico-culturale” (SPEC). Vale a dire, diverso da quella prima, ma non può negare quello dello SPEC, perché, quell’identità è la base del resto del processo della metamorfosi. Dalla prima dimensione, proprio per la sua determinatezza riguardo alla “vita dinamica”, uno può sentirsi volta per volta dall’interno del cuore della persona, i disagi tradotti in vari livelli: emotivo - affettivo o/e intellettuale e infine etico. Vi è qualcosa di diverso da ciò che è stato “tracciato” da qualsiasi SPEC, che sta al centro di qualsiasi essere umano. In questo modo la persona avrà spesso i problemi per scegliere le vie giuste e adatte. Da una parte in un dominio SPEC vi è un’esigenza necessaria di avere gli obiettivi per la vita. Da un’altra parte, gli obiettivi sono racchiusi nei domini SPEC, per chi ha problemi di scelta, gli sono imposti dal sistema SPEC stesso. In questo modo, tutti coloro che stanno all’interno di uno SPEC vengono categorizzati. Così, notiamo l’importanza del fattore SPEC. Grazie a questo, la persona assume un identità d’essere nel mondo. Un soggetto avrà un nome, cognome e un curriculum di vita. Ciò vuol dire che all’interno di un dominio SPEC, necessariamente uno costruisce una storia di vita vissuta categorizzata e classificata. Così, possiamo capire che la vita quotidiana di qualsiasi SPEC è guidata, compresa e dominata da queste categorie e classificazioni. Poiché, queste categorie e classifiche sono evidentemente e esplicitamente imposto in modo determinato da uno SPEC su tutti i soggetti, sembra che questa sia la vita?

La vita di un soggetto, d’altra parte, è irripetibile. Il fatto ora da notare è questo: è vero che l’identità è un fattore inevitabile e indispensabile; ma, come hanno notato per esempio i grandi pensatori e i fondatori delle religioni, la decostruzione della storia costruita è assai difficile, ma è possibile e impegnativo. Questo, richiede dall’individuo di prendere in mano la propria vita, quindi, utilizzando anche la psicologia, individuare chiaramente le proprie abitudini, gli atti che scaturiscano dall’amigdala, vale a dire, quelli abituati che scattano tempestivamente senza fermarsi a riflettere (salvo quelli che riguardano ai pericoli come fuoco, acqua o qualche cosa del genere) in maniera tempestiva (es. avere paura delle persone che uno non ha mai visto prima, o avere gli pregiudizi, fuggire dalle situazioni critiche ecc.). Ora qualcuno può domandarci, perché dobbiamo decostruire la propria storia? Se uno vive senza sofferenze, rimpianti, problemi gravi, una vita semplice e felice, è vero che non avrebbe senso di decostruire la propria vita. Invece se qualcuno ha bisogno al contrario, dovrebbe ripensare alla propria vita prendendola nelle proprie mani. Possiamo affermare con ciò che abbiamo detto fino a ora, che la cosiddetta “vita normale”, per noi è la costruzione da parte dei soggetti all’interno dei domini SPEC, quindi è la “vita dei sogni”. Ogni obiettivo ha un’origine SPEC. Ogni esperienza è una parte del soggetto che la sperimenta. Con questo possiamo affermare che la vita di un soggetto in questo mondo, in parte è costruita dal soggetto stesso (con le qualità congenite verificabili e non). In questo modo, gli obiettivi di un soggetto scaturiscono dal mondo creato dal soggetto però partendo da ciò che è disponibile nel dominio dello SPEC. Questo processo è un circolo dinamico in parte ripetitivo e d’altra, se un soggetto “vede” oltre lo SPEC, è sofferenza e per lui/lei improduttivo. Lo SPEC si gira SU se stesso usando, dominando e manipolando tramite la sua elite tutti i soggetti umani con il potere, denaro e la comunicazione manipolata. Se così stanno le cose: cos’è la vita? Che senso ha? Chi veramente può vivere la propria vita da libero? Chi sono i sognatori? Chi perdono il senso della vita? È possibile scegliere una via per la propria vita? Se la risposta è positiva, quali sono queste vie? Se non ci sono le vie o le vie sono semplici circoli viziosi, che dobbiamo fare? All’ora della morte, un sognatore, cosa possibilmente proverebbe? Ci sono tante domande di questo genere.

Il metodo

Il nostro blog della “filosofia della vita”, eseguirà le sue ricerche rispettando al mondo accademico e scientifico. Le presentazioni, però apparirà con un metodo libero per diversi fatti. Innanzitutto per evitare lo sfruttamento che può avvenire chiaramente per causa delle norme della protezione dei beni intellettuali da parte della legge italiana e in generale; vale a dire, i blog, non registrati possono essere rubati (i contenuti), perché non hanno eseguito l’ordine definito dalla burocrazia a pagamento. Così riportiamo se è indispensabile secondo i criteri nostri, solo il nome di autore e l’anno della pubblicazione. Se qualcuno vorrebbe avere le citazioni e le bibliografie complete, bisognerebbe fare una richiesta via e-mail. Questo però è un servizio che noi facciamo a coloro che hanno una testa quadrata, ossia, categorizzata. In generale Noi, come il nostro metodo, non preferiamo quei cosiddetti metodi scientifici e accademici che formano i cervelli per farli funzionare solo per ciò che è utile, e poi ad un certo punto mandarli in pensione. La maggior parte degli esseri umani vogliano sempre ripetere ciò che dicono gli altri o che hanno detto gli altri, coloro che hanno avuto l’autorità attribuita gli da un sistema SPEC (invito a non sbrigare e a definirci come anarchici), senza nemmeno pensarli, saperli e ragionali con critica. Hanno bisogno sempre di testimonianze e di prove tramite gli altri e così solo SI mettono in accordo. Le persone di questo livello si appoggiano alla maggioranza, a coloro che hanno il potere, denaro e prestigio e/o a qualcuno più avvicina alla propria idea e/o alla propria comodità o a qualcuno che è simpatico/a. Non, quindi, naturalmente alla corrispondenza universale della verità e alla giustizia. Questi principi e le verità, per loro sono inutili e/o le chiacchiere che non servono a vivere. In modo adamantino, il nostro metodo è uno libero, che non è necessariamente accademico e scientifico. Se ciò che noi vi facciamo conoscere tramite questo blog, non porta o non ha le testimonianze e le prove scritte da altri autori o non si può trovare nessun altro posto, provato, parlato o trattato da qualcun altro o qualche gruppo di scienziati o filosofi o altro genere di ricercatori; già questo sarebbe la nostra novità.

Conclusione

In questo modo vi invitiamo ad arricchire questo blog, con la vostra vita vissuta. Cerchiamo di comprendere più da vicino la vita di ognuno di noi, come dice Pareyson Luigi: «[…] il singolo, nella sua peculiarità irripetibile, non può essere momento di un processo: di qui la polemica contro l’annegamento dell’individuo nel processo dialettico. Il singolo non è immerso e ridotto nella totalità originaria, comunque questa si chiami, l’Essere, il Principio, il Tutto, o l’Uno. [Un soggetto umano, quindi, dovrebbe] esser fuori dai molti e dall’Uno, rompere ogni sistema logico e frantumare ogni monismo metafisico, proclamare l’apoteosi dell’unico, e cioè del singolo irripetibile e insostituibile, irriducibile e insopprimibile» (Studi sull’esistenzialismo,1943, pp. 40-41). La nostra non è una guerra che ha per obiettivi, di possedere le armi che può distruggere in pochi attimi i vicini e lontani e, se stessi, sognando di accumulare il potere e il denaro per tener sottocontrollo il mondo costituito da diversi SPEC; usare le parole con gli argomenti e luoghi comuni per convincere la massa per soddisfare i caprici dei squilibri mentali (potere, denaro e sesso) senza rispettare alcun codice etico; per non dare l’occasione per le persone giuste o togliere le cose giuste alle persone giuste, sfruttare le persone innocenti e vulnerabili; con poche parole, noi non intendiamo formare le persone che amano le guerre e le discordie, invece, in modo adamantino deliberiamo una società umana con diversi SPEC e diversi soggetti che rispettano reciprocamente la diversità e cercano l’onore vincendo la lotta per comprendere se stessi. Una società umana costituita dai soggetti liberi (non intendiamo i liberismi: psicologiche, sociologiche o politiche) che hanno vinto la battaglia di comprendere se stessi è il nostro obiettivo finale. Per questo, in modo adamantino richiede ai soggetti la “saggezza pratica” (teoria + pratica).

Friday, 28 August 2009

L’IMMAGINE SOMIGLIANZA UMANA (01)

 
 
 
Ajith Rohan JTF

Ludwig Andreas Feuerbach (1804 – 1872), sostiene che l’uomo ha creato all’interno del proprio SPEC (Socio-Politico-Economico-Culturale) il suo Dio, a propria immagine somiglianza Positiva. Cioè il processo naturale di questa creazione è questo: « L'uomo proietta la sua essenza fuori di sé [...] l'opposizione del divino e dell'uomo è un'opposizione [della propria immagine Positiva]. [ Vale a dire],tutte le caratteristiche dell'essere Divino, sono caratteristiche dell'essere umano [accettate dal proprio SPEC] (citato in Roger Garaudy, Karl Marx)». In questo modo, un dogma è un esplicito divieto di pensare oltre. Sostiene teologo filosofo Feuerbach che, noi innanzitutto dobbiamo abbandonare la teologia per liberare l’uomo dall’alienazione. «Per farlo dobbiamo abbandonare la filosofia di Hegel, altrimenti non si può abbandonare la teologia. (citato in Roger Garaudy, Karl Marx)». Feuerbach in un certo modo ha fatto ciò che ha compiuto in Grecia Socrate; vale a dire, ha portato la filosofia Dal cielo in terra. La sua è un’interpretazione umana e umanistica della vita e dei valori di cultura. (Antonio Banfi, L'essenza del cristianesimo, prefazione).

L’uomo soggetto e ipostatizzazione

Feuerbach ha in qualche modo riaffermato la rivoluzione copernicana di Kant, cioè, collocare l’uomo al centro dell’universo. Secondo Feuerbach, l’essere è soggetto umano. Se è così, il pensiero diventa l’atto, ossia il predicato. Quindi, il mondo è un riflesso. In questo modo Feuerbach rimane fedele alla teoria della conoscenza cristiana. Lui prosegue le critiche contro Hegel e alla religione. D’altra parte, grazie a questo ragionamento, Karl Marx è riuscito nella sua proposta di cambiare e trasformare il mondo ideologicamente, senza aspettare troppo a pensare. Vale a dire, eliminando ogni altra possibilità di verità del pensiero, riducendo la filosofia a sola teoria, ossia a un fenomeno puramente pensato. Egli propone una prassi, ove quell’ideologia di base diventa una realtà. In questo modo possiamo comprendere cosa Marx ha preso da Feuerbach, cioè, se la natura esiste indipendentemente dalla coscienza: fuori dalla natura e dall'uomo non ci sono altre rappresentazioni. Feuerbach ha inoltre dedotto che, Dio va spiegato con il cuore dell’uomo e non deve succedere il contrario poiché la verità sta nel cuore dell’uomo. D’altra parte, lui sostituisce i concetti di Hegel con le sue, in base alla sua visione del mondo: lo "spirito" di Hegel per Feuerbach è la "materia"; il "Dio" di Hegel per Feuerbach è "uomo". In questo modo Karl Marx ha interpretato il concetto di alienazione: se il Divino è una proiezione umana, l'uomo si aliena in Dio (cfr. Roger Garaudy). L’unità dell’uomo in questa visione del mondo si forma nell’unione tra: l’uomo negativo – debole,limitato e quello positivo, illimitato e divino - proiettato. Nel Weltanschauung di Feuerbach il principio necessario è tutto ciò che è reale, costituito dalla natura, materia, uomo e non ciò che è ideale come per Hegel.

«Mann ist, was er isst».

Per Feuerbach, la teologia si divide in una parte vera, poiché esistono i sentimenti nel cuore dell’uomo che cercano un’entità superiore, e una falsa, poiché non c’è un Dio oggettivo o soggettivo, perché esiste solo L’uomo. Questa disciplina non può essere spiegata se non attraverso l’antropologia . L'esistenza della religione è giustificabile unicamente, perché, essa soddisfa una necessità psicologica d’idealizzazione del proprio io; l'adorazione di Dio, altro non sarebbe che, l'adorazione di un io idealizzato (Essenza del cristianesimo,1841).

D’altra parte, per Feuerbach l’amore è il riconoscimento dell’altro come uomo come unità (grandezza e miseria). Nella fede invece l’uomo si sente o superiore o inferiore a qualcun altro. Ciò vuol dire che la fede è l’antitesi dell’amore. Così, lui formula un principio nuovo per gli esseri umani: homo homini deus est; è il principio che scaturisce dall’amore. In questo senso l’uomo integrale di Feuerbach, innanzitutto, è materiale, vale a dire l’uomo è possibilità e potenza della volontà. Quindi, si può giustificare il suo famoso detto: Mann ist, was er isst. È proprio la risposta al sacrificio dell’uomo all’idea di Hegel o qualsiasi Divinità che riduce l’uomo alla miseria, creata dagli stessi esseri umani. In realtà le Divinità degli SPEC, rappresentano il massimo grado pensabile dell’essere umano. Qualsiasi religione del mondo, secondo Feuerbach, è la rappresentazione della presa di coscienza della vita sulla terra, con i suoi effetti Positivi ingigantiti contro al male ,e negativI che si affrontano nella vita di ogni giorno. In altre parole, il Divino è come dovrebbero essere la vita quotidiana su questa pianeta. Gli ebrei per esempio, hanno creato una Divinità oggettiva che sta al di sopra di tutti e lontano da tutti che a sua volta è un Dio della Guerra; perché, loro erano disprezzati, schiavizzati; quindi, avevano bisogno un Dio superiore a quello degli altri per cercare un riscatto. I Greci invece hanno creato delle divinità razionali che assomigliavano loro. Il cristianesimo riorganizzato in Occidente, ha cercato di mettere insieme uomo e divino. Gesù dice, infatti, «chi vede me vede il Padre». Non è più un Dio oggettivo lontano ma è Dio diventato carne. In Gesù si racchiudano la potenza e la volontà. Ecco perché Feuerbach dice che «ogni teologia è antropologia».

Conclusione

In questo modo possiamo affermare con Feuerbach che, la coscienza che ogni uomo ha del suo Dio, è quella che ciascuno ha di se stesso. Noi non intendiamo influenzare o suggerire a nessuno di cambiare la propria fede, religione, filosofia e le convinzioni avuti dal proprio SPEC, invece invitiamo a riflettere su ciò che abbiamo detto, per poi scoprire le nuove dimensioni del proprio essere in questo mondo e nell’universo. Per questa ragione nobile, ci vuole una vita eseguita secondo la regola d’oro, che, è condivisa da tutte le SPEC, quindi, “fare il bene agli altri così come si desidera che sia fatto anche dagli altri”. Questa regola aurea a sua volta mette in atto in un soggetto per i risultati positivi, solo se un soggetto è psicologicamente sano, altrimenti porterà le conseguenze derivate dalle patologie, vale a dire, se è un egoista che è capace di vendere anche i propri principi, valori, e anima per avere il potere e denaro solo per la propria esistenza, la regola d’oro non funziona come dovrebbe. A uno tale, funzionerebbe questa battuta: “Tutto ciò che è tuo, è mio; tutto ciò che è mio, è mio”. Così, prevedendo anche i casi negativi con pazienza e con l’amore trasformato in atti concreti, possiamo anzi che di creare gli SPEC ove regna il principio, “homo homini lupus est”, come Feuerbach ha anche notato, realizziamo gli SPEC, che condividano la regola aurea, quindi, “homo homini deus est”.

(Continua).

WATER - Man, The Narrator. The protagonist of the Auto-biographical story.

WATER - Man, The Narrator. The protagonist of the Auto-biographical story.
"No man, therefore No world". Man is the creator of his world within that so-called "natural world".