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Towards a Complementary Humanism - save humanism and human world - by Ajith Rohan J.T.F.

  Common Objective – "Save humanity and the human world." By "human world," we refer to the "man-made world...

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Wednesday, 16 September 2009

VITA E SALUTE (01)


UOMO IN QUANTO UOMO - by ARJTF

Ajith Rohan J.T.F.


Vita e salute. 1

La salute e l’uomo in quanto uomo. 1

La salute e lo SPEC.. 1

La salute e il nostro tempo. 1

La salute dell’uomo in quanto uomo. 2

Il ruolo della politica e dell’economia riguardo alla salute. 2

La salute e l’uomo in quanto uomo

Vita e salute sono due dimensioni costitutive dell’esistenza sulla terra, inevitabilmente complementari. Per quanto riguarda la salute degli esseri umani, non si limita alla pura corporeità ma va oltre la fisicità, quindi, si completa con la psiche e la relazione sociale. In altre parole, la salute è il benessere adeguato del soggetto a livello «psico-fisico e sociale». Da questa definizione possiamo comprendere che la salute non si è limitata al corpo, ma si è estesa verso i livelli atomici che sono e che un tempo furano trascurati dalla scienza sperimentale. Ciò vuol dire, la dimensione della salute abbraccia, l’uomo in quanto uomo e non le parti.

La salute e lo SPEC

Oggi sappiamo evidentemente che qualsiasi persona umana nasce all’interno di uno SPEC (socio-politico-economico-culturale). Come abbiamo reso evidente in questo blog, che un essere diventa una persona con un’identità a livello psico-fisico e sociale, grazie allo SPEC. Abbiamo inoltre detto che uno SPEC è il punto di partenza e non quello d’arrivo. Questo fatto evidenzia la gravità della responsabilità da parte di un sistema SPEC verso un individuo: uno SPEC non si forma da un giorno o da qualche anno, per la sua formazione ha bisogno centinaia e migliaia di anni. Esso nasce dall’idea di avere una società, ove regna la pace tra i membri che condividono i valori, le norme e le leggi dello SPEC nella loro vita quotidiana. Le garanzie dovute verso un soggetto sono vale quanto alla comunità. “Non dovrebbe mai” essere trascurato o sottovalutato, come intendevano Hegel e poi quelle politiche assurde nate dalla sua filosofia: destra e sinistra. Cioè, questi ritengono il principio provinciale di sacrificare l’individuo al gruppo come lo sfondo della giustizia. Quindi, la salute di un soggetto è uno dei risultati di un buon funzionamento di uno SPEC. I soggetti che vivono bene, si condividono tutti i beni materiali e non materiali (scaturiscono dai valori condivisi universali e provinciali) nella giustizia e nel rispetto. Ciò vuol dire che la salute è la dimensione che non si può raggiungere una volta per tutte, invece, bisogna ricercarla nella vita quotidiana, e ha bisogno di essere mantenuta e curata giorno per giorno. La salute è un impegno sociale; perché, se un membro della società è malato, è un problema della società in tutti gli effetti, a parte tutti i dolori psico-fisici di un soggetto per la determinazione esistenziale devono patire dalla sua singolarità.

La salute e il nostro tempo

Gli antenati di ciascun SPEC particolare, in base alle proprie esperienze relative all’ambiente, hanno creato e formulato risposte adeguate e coerente alle domande per vivere, evitando i pericoli e il male dalla vita quotidiana e futura, nelle forme delle norme, e le leggi per essere eseguite dai membri. In ultima analisi, diventano abitudini, immagini e pensieri autonomi dei membri di uno SPEC, tramite la formazione. Inoltre, ci sono alcune realtà che si ripetano nell’esistenza: nascita, crescita, corruzione e morte. Ci sono altre realtà innate e congenite ma deliberabili dal soggetto o dai costumi di uno SPEC: matrimonio, procreazione e le attività legate in modo positivo e negativo a queste due scelte. D’altra parte le attività sessuali sono presenti con tutta la loro forza dinamica di ciascun soggetto sino alla fine dell’arco della vita, esprimendosi in vari modi, alle volte non individuabili. Sappiamo inoltre, che, un soggetto umano, nella sua esistenza quotidiana, si esprime con un insieme di abitudini. Così, un uomo, che, noi vediamo, è un insieme di abitudini, immagini del piacere e del dispiacere nascoste nel profondo dell’essere. Tanto è vero che la maggior parte delle decisioni e degli atti di un soggetto sono scaturiti e decisi liberamente dalla consapevolezza del soggetto, vale a dire dalle abitudini, dalle immagini e dai pensieri che scaturiscono in ogni frazione di secondo (alcuni sono individuabili e altri no) autonomamente. Per questo i grandi pensatori hanno detto spesso che l’uomo non vive ma sogna o può essere “automa” come ha detto Cartesio. Questi tipi di esseri umani, sono stati neutralizzati dalle abitudini, dalle immagini e dai pensieri che scaturiscono ogni frazione di secondo, autonomamente. Questi comandi possono essere “individuabili e non”, come già abbiamo detto. Non individuabile, secondo il nostro avviso, significa che supera la nostra velocità di captare gli avvenimenti e gli accadimenti continui all’interno di un cervello.

La salute dell’uomo in quanto uomo

Questo stato dinamico non consiste chiaramente solo nello sviluppo economico e politico. Questo è evidente dopo quasi tre mila anni di storia umana. Oggi purtroppo noi sentiamo ogni giorno ciò che un tempo era impossibile immaginare o sentivamo rarissimamente come un caso isolato che mette tutto uno SPEC in shock: abusare i propri figli; i genitori vengono uccisi brutalmente dai figli e/o i figli vengono uccisi, le donne e le persone diverse sono sempre maltrattate, e così via. La maggior parte delle malattie oggi scaturisce da una mente malata e non da un corpo. Ci sono i malati di depressioni, fobie, manie depressive psicosi, schizofrenia, conversione isterica e fobica, melanconia, paranoia, ossessioni, insonnia, cleptomania e così via; purtroppo la così detta scienza esatta o le religioni che pretendono di avere le verità in mano, oggi non trovano le risposte a queste esigenze reali. Perché la scienza pretende solo dalla materia fenomenica che appare e non sa null’altro. Precisiamo che noi non stiamo favorendo nessuna delle religioni del mondo. Per noi queste, le religioni, sono gli elementi che fanno parte degli SPEC e basta. I responsabili delle religioni del mondo, ormai hanno dimostrato coi fatti cosa sono veramente (un es. benedire e favorire le guerre del mondo). In questa sede noi le trattiamo come gli elementi degli SPEC. Hanno le funzionalità importante per formare i propri membri degli SPEC, purtroppo loro non sono capaci di oltrepassare i confini degli SPEC e rimangono intrappolate. Noi inoltre rifiutiamo chiaramente la formazione delle nuove religioni, tra l’altro oggi non avrebbe alcun senso. Invece eseguire le discussioni e le ricerche per trovare qualche via di uscita possibile e plausibile, da questi SPEC malati, è molto importante. Così solo, secondo noi, possiamo conservare la vita su questa terra. Qualsiasi soluzione creata bisognerebbe che avesse come sfondo l’etica dei valori universali. Questo è un fattore evidente e necessario. Altrimenti le risposte saranno fallite e gli SPEC diventeranno più malati e andranno verso un suicidio con gli sperimenti su uranio e su plutonio.

Il ruolo della politica e dell’economia riguardo alla salute.

Sappiamo bene il ruolo della politica e della diplomazia sul piano esistenziale. È vero che Machiavelli ha sempre ragione,anzi, lui vive più oggi che mai. Le guerre continuano e altrettanto vediamo i mediatori di pace che portano gli elementi di accelerazioni e l’aumento delle scontri e ci sono i piani di pace avviati dalle spese pubbliche mondiali che falliscono continuamente (tranne in Sri Lanka, che hanno vinto la battaglia contro i terroristi e mediatori di “pace-guerra” internazionale). Nonostante tutto noi sentiamo i politici che predicano, ricordandoci Machiavelli, e i responsabili delle religioni che dichiarano le guerre con il loro orgoglio di avere il Dio vero con loro e di essere padroni della Verità. È vero che il mondo è pieno di pazzi che sono pronti a far male in qualsiasi momento. Ci sono gli innocenti che hanno bisogno della sicurezza. Su questo piano noi siamo più che d’accordo con qualsiasi sistema SPEC che pretende di far bene. Allo stesso tempo mettiamo in evidenza Il fatto che la salute dell’essere umano non è legata strettamente allo SPEC, in modo specifico la politica e l’economia sono legate alla salute dell’essere umano più delle altre a livello quotidiano. Ora noi abbiamo bisogno di uno stile (o più) di vita diversa da ciò che stiamo vivendo, che a sua volta (a loro volta) rispettano tutti gli esseri umani.

(continua)

Sunday, 25 January 2009

LA DIALETTICA E LA LIBERTÀ



Ajith Rohan JTF


AbstractIn this article we discuss the explicit and adamant connection between the freedom and the dialectic vision of man. Human beings on the level of impulsive existence are dominated and limited by the fear, the partiality and the ignorance of the true nature of themselves and of the nature. In this way, the culture, civilization, religion, society, and the invented knowledge become guide lines to overcome the natural impulsive dynamics. On the other hand they naturally transform into prisons of mind due to the laziness of man to search for truth. Man easily becomes habitual. Thus, they transform our freedom in to fanaticism. What human kind is living today are consequences of those past errors and therefore man has to be critical and creative to win those dark worlds. 


අපෝහනය සහ නිදහස
ඉතාලි බසින් ලියා ඇති මේ කෙටි ලිපිය අපගේ බටහිර දර්ශන ආචාර්‍ය උපාධි පර්යේෂණයේ ඉදිරිපත් කල මිනිස් පැවැත්මට අදාළ ප්‍රායෝගික නමුත් නිර්වචනය කල නොහැකි මාන 5 න් එකක් පිලිබඳවයි. මේ මාතෘකාව ඔස්සේ මිනිසාගේ මුලාකෘත පෙළඹවීම් ස්වභාවිකව හැසිරෙන අයුරු සහ ඒවා ක්‍රමානුකුලව සාපේක්ෂව හැඩගස්වා ගන්නේ කෙසේද යන්නත්, ඒ හැඩ ගැසීමේ ක්‍රියාවලිය ක්‍රමයෙන් මිනිසාගේ කෘතීම සහ කනගාටුදායක සීමා සහ සිරගෙවල් බවට පත්වන ආකාරයත් ඉතාම සංක්ෂිප්තව දක්වමු. එසේම මතකය, මිනිසාගේ පැවැත්මට එහි ඇති වැදගත්කම සහ ඒ ඔස්සේ මිනිසාට මුහුණදෙන්නට සිදුවෙන තත්ත්ව මාන ගැනත් සැකෙවින් දක්වමු. විශ්වය, ලෝකය සහ මිනිසාගේ පැවැත්මට සාපේක්ෂව වැදගත්ම සාධකය මිනිසාම වන බව අපගේ ස්ථාවරය වන බව මින් පසක් වේ.    

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La dialettica, secondo il nostro avviso è strettamente legata alla libertà dell’essere umano. Se uno non è libero nel pensare, nell’agire, vale a dire se una persona agisce cecamente senza riflettere, abbandonandosi ai diversi modi di accecare il proprio pensiero, come :paura, parzialità, ignoranza, in modo adamantino, non è libero. Lui/lei non è capace di “salire” o/e “scendere” liberamente conoscendo le dimensioni nascoste dell’argomentare e del pensare. L’uomo in catene non ha una visione globale dell’esistenza,  non ha una visone filosofica che è squisitamente umana (per fortuna). La prima tra le lacune di un tale pensiero, può essere la mancanza della critica. Per tali persone, fare domande che scaturiscono  dalla curiosità, mettendo in dubbio le cose che sono state imposte  come vere dalla tradizione,dalla cultura, dalla civiltà, dai genitori e così via, è impossibile  . Loro, non sono capaci di muoversi nel pensiero che procede verso un’apertura dalle dimensioni nascoste e dalle regioni sconosciute, sulla base della libertà,  per poi creare  nuove e valide risposte (conoscenze).    La curiosità cerca di risolvere il dubbio.  Bisogna precisare che noi non stiamo trattando il dubbio cartesiano ma, quel dubbio naturale che nasce    insieme alla curiosità nel processo conoscitivo umano, che a sua volta trasforma nelle varie ricerche.



Come ha notato Platone, Aristotele e Dilthey  la tradizione, la storia, per dire in breve con il termine usato da Gadamer, i «pregiudizi» servono all’  uomo che pensa e agisce all’interno di una situazione  socio-politico-economico e culturale. Di questo,  noi, non possiamo dubitare. Qualsiasi uomo, che si esprime con una lingua, ha in possesso un bagaglio culturale sufficiente a vivere da  uomo di relazione, con sé e con il mondo. Il problema della libertà, senza  trasformarla in un “mito”, è al centro dell’esistenza umana. Meravigliarsi di fronte a un fenomeno naturale, per esempio: un tramonto, richiede  libertà. Sarebbe meglio affermarlo con Aristotele:    un tale momento è legato ad uno «status noetico» (consideriamo su questo punto che gli altri stati emotivi affettivi, nel momento dell’esperienza, sono tutti coerenti ad essa). La libertà, dunque, sembra che  rappresenti  un fondamento  della conoscenza e della relazione con il sé e, con il resto fuori  dal  sé.

La libertà, dalla paura, dall’ignoranza, dalla parzialità ecc., rende la persona capace di scoprire le dimensioni nascoste, è  ormai evidente. Ma la libertà non si realizza,  come abbiamo già detto, eliminando o abolendo,  negando completamente quello che è della persona come un membro di una collettività (la memoria è una necessità per gli esseri umani per poi ricominciare il processo per la libertà); la libertà  parte da lui per arrivare a ciò che è possibile e nuovo. In altre parole, l’uomo procede dal vero poi arriva al vero (non il Vero).


L’uomo libero, dunque, non è uno che ha la mente vuota di concetti, come affermava John Locke (tabula rasa). Egli ha gli schemi mentali, le conoscenze acquisite poi dogmatizzate, come ad  esempio un sistema operativo di un computer.  Senza le informazioni fondamentali, un computer non risponde alla corrente che forniamo come “input”. Dalla mente umana, naturalmente, scaturiscono i «pregiudizi» ma l’importanza della libertà sta sull’orientamento, sulla capacità analitica e sulla capacità di scelta (in conformità ad un’etica) e non in modo deterministico di una cultura o di una civiltà o di un gruppo, o di un clan, tribù ecc.  Inoltre, uno che  per essenza dovrebbe  ricercare la verità,  mette  in dubbio innanzitutto e soprattutto il proprio sé. Bisogna precisare che, se la ricerca della verità esige necessariamente la libertà del ricercatore, può  sembrare  un paradosso, se quello    già è in quello stato in modo esauriente, non avrebbe senso fare altre ricerche. Invece, bisogna dire che , la lotta per la libertà fa parte della ricerca e, anche viceversa. Nulla può possedere un uomo in modo assoluto, perché le nostre creazioni sono sempre perfettibili.

Ora bisogna verificare l’importanza della memoria per un uomo libero. Abbiamo le conoscenze scientifiche che a loro volta vengono utilizzate nella vita quotidiana,  come  leggere, valutare, costruire, riprodurre le macchine, guidare ecc. ma queste conoscenze non sembrano  comportare  un ostacolo alla libertà, se non vi sono altre tipi di conoscenze. Analizzando precisamente le storie delle civiltà, delle culture, possiamo individuare le conoscenze che dogmatizzano la memoria. Esse  sono le tradizioni, le fedi diverse e le religioni istituzionalizzate. Il mondo d’oggi è diviso in base a queste memorie che ostacolano, in modo adamantino,  la libertà dell’uomo. Le divisioni tra le religioni hanno accecato l’uomo per potersi  identificare in queste religioni (fanatismo). Questi possono  dimenticare la propria identità come “umano - libero”. Su questo punto le tradizioni, le storie, le culture e le civiltà, si ostacolano per essere liberi.  Utilizzano la conoscenza scientifica per soddisfare i propri capricci,  per affermare le proprie superiorità sopra gli altri. Solo una visione dialettica,  pluriculturale e interdisciplinare, fondata sulla giustizia e sul rispetto, può essere libera. Vale a dire, le conoscenze tradizionali, culturali, in senso dogmatico e strutture chiuse sono gli ostacoli, per essere liberi. Esse non danno la possibilità di riconoscere l’altro in modo dialettico con un’apertura adeguata a conoscere il nuovo.  Essi vedono la novità, la diversità, come i nemici. Così da queste conoscenze scaturiscono le diffidenze, le discordie, l’odio, le divisioni e non la conoscenza della verità e della vita.

Riconoscere queste difficoltà sul piano conoscitivo ed etico, è già un esercizio della dialettica. Così sappiamo l’importanza della tradizione, della storia,  della conoscenza che ogni cultura o civiltà ha prodotto nel tempo sulla  base della vita quotidiana. Bisogna poi sapere con chiarezza che, queste conoscenze non sono quelle per cui noi ci sacrifichiamo in modo fanatico, ma sono gli indizi, che a loro volta diventano loro stessi  oggetti delle critiche per scoprire le novità, quindi le dimensioni nascoste.
Non possiamo dimenticare la tendenza e la fragile natura umana che ci  sottomete agli effetti immediati della paura, dell’ignoranza. Di conseguenza, la conoscenza di qualsiasi tipo e le tradizioni, le storie, religioni, filosofie diverse dalla propria, diventano gli orrori da evitare. La propria cultura, la storia, la religione e la filosofia diventano delle maschere della paura nascosta, per non essere “vittima di”. Così questi fenomeni di cui abbiamo parlato diventano gli ostacoli per essere liberi.

Conclusione

Or dunque, l’uomo non  dalla tradizione, né dalla storia, né dalle fedi diverse, né dalle conoscenze scientifiche o umanistiche riceve la libertà. L’uomo la guadagna dall’arte della contemplazione (visione dialettica e critica con le forze della retorica ed ermeneutica). Quell’arte tramite cui, per eccellenza, l’uomo riesce ad arrivare a livelli relativi alle proprie virtù. Ammettiamo l’utilità delle conoscenze,  ma non le attribuiamo un’importanza assoluta, perché possono essere ostacolati. Invece, abbiamo bisogno della libertà di pensiero che dà l’avvio alla dialettica. Coloro che corrono dietro le conoscenze, di cui  abbiamo discusso, per poi esserne imprigionati liberamente, possiedono una personalità malata. Loro pensano di essere solo ciò che hanno dogmaticamente imparato e tradizionalmente ereditato. È vero che nessuno può scegliere la propria nazione, la famiglia in cui nascere, decidere quale corpo avere con le peculiari attribuzioni, le capacità e tantomeno nemmeno il nome ecc. Tutto viene dato a ciascun soggetto. Vale a dire, non dobbiamo dimenticare quello che siamo ora (  anche se  impossibile da dimenticare.  Sarebbe una cosa irrazionale), ma non dobbiamo dimenticare neanche che, le conoscenze delle culture diverse sono in parte delle cose accidentali. Un fatto importante è che le conoscenze sono perfettibili secondo una visione globale e mai provinciale quindi, presuppongono una dialettica, ovvero “il dialogo sincero” con sé e con gli altri. Così, uno non rischia di perdere la propria libertà. In tal modo può scaturire un pensiero libero che a sua volta dà frutti meravigliosi e non sono semplici discussioni provinciali, ma valgono a livello universale. Per aprirsi alla luce della verità dobbiamo quindi sentirci  liberi di  pensare in modo dialettico, che a sua volta serve  da catalisis tra le diversità infinite.



WATER - Man, The Narrator. The protagonist of the Auto-biographical story.

WATER - Man, The Narrator. The protagonist of the Auto-biographical story.
"No man, therefore No world". Man is the creator of his world within that so-called "natural world".